COLORE E LUCE

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Al buio tutti gli oggetti ci appaiono neri perché è la luce che risveglia il colore. Le varie sostanze influiscono sulla luce che le colpisce modificandone la composizione spettrale: in parte la riflettono, in parte l’assorbono, in parte la trasmettono a seconda della loro composizione molecolare. I corpi perfettamente trasparenti (acqua limpida, vetro sottile, ecc.) si lasciano attraversare in ogni parte dalle radiazioni luminose, senza assorbire o riflettere, e quindi appaiono al nostro occhio incolori. O meglio del colore dell’insieme dei raggi che li hanno attraversati, poiché si tratta di un fenomeno di trasmissione totale. Una trasmissione parziale si ha ad esempio nelle vetrate colorate delle cattedrali, che pur essendo trasparenti trasmettono, cioè si lasciano attraversare solo dalle radiazioni colorate di rosso o di giallo o di blu e assorbono tutte le altre che non producono così alcun effetto sull’occhio.

colore e luce 4La materia opaca, in base al suo spessore ed alle sue proprietà, può sottrarre alla luce tutti i suoi raggi oppure soltanto una parte, riflettendo le radiazioni non assorbite dagli strati interni verso la superficie. La materia, che di per sé non è colorata, quando viene colpita dalla luce solare ne assorbe parte e parte ne riflette o diffonde o rifrange diventando a sua volta fonte di radiazioni. Neppure queste sono colorate, ma captate dal nostro occhio, si trasformano in sensazioni cromatiche. La materia opaca che assorbe alcuni raggi e riflette tutti gli altri deve il suo colore ai raggi che riflette. Quando una superficie riflette diffusamente e in modo uniforme tutta la gamma delle radiazioni della luce ricevuta, ci appare bianca. E siccome non esistono in natura corpi che riflettono totalmente la luce ricevuta, ecco che si parla di diverse specie di bianco, come il bianco della neve, del latte, del gesso, dell’uovo, e non di un bianco assoluto. Una superficie ci appare nera quando assorbe la luce che riceve quasi totalmente. Anche in questo caso è difficile trovare un nero perfetto, nel senso ideale della fisica, sebbene il nerofumo e la polvere di carbone si avvicinano notevolmente a questo status di perfezione perché assorbono quasi integralmente tutte le radiazioni, di qualunque lunghezza d’onda.

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Ci sono tanti fattori che possono modificare la percezione del colore anche in  un occhio sano.  Prima di tutto la luce del sole: a seconda che si tratti dell’alba o del tramonto o del mezzogiorno, oppure dell’estate e dell’inverno, lo stesso panorama può apparire diversamente colorato. Influiscono anche le dimensioni, l’accostamento dei colori, la forma degli oggetti, la posizione dell’osservatore ecc.

Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 Goethe fu uno dei primi ad investigare sulla natura dei colori. Egli diceva che i colori “sono azioni della luce, azioni e passioni”. Dimostrò che la visione dei colori è un modo dell’organismo, in particolare dell’apparato visivo,  di reagire agli stimoli luminosi provenienti dall’esterno. Nel suo trattato “La teoria dei colori” dice che: “I colori che si presentano sui corpi non sono qualcosa di completamente estraneo all’occhio, come se li vedesse per la prima volta. Anzi, quest’organo sembra sia sempre nella disposizione di produrre esso stesso dei colori, e quindi ha una sensazione gradita quando dall’esterno giunge a lui qualcosa di conforme alla sua natura…”.

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Studiando le ombre prodotte da luci fortemente colorate, Goethe si rese conto di come l’occhio tendesse a vedere le ombre proiettate da una luce verde come fortemente colorate di rosso, scoprì insomma che alla visione di un colore l’occhio reagisce tingendo i colori adiacenti con il suo complementare.

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